In Norvegia fa freddo, ma di un freddo che tu che sei cresciuto con le infradito ai piedi e Fabrizio Frizzi alla televisione non potrai mai capire a fondo.
Si dà il caso che in questa desolata landa dimenticata da dio viva una regina con lo strano potere di comandare questo freddo facendo il bello e il cattivo tempo a seconda del suo stato emotivo e ultimamente, tra genitori morti e paura d’abbracciare il suo vero IO (ovvero la sua omosessualità latente), il fiordo dove sorge il suo regno basato su una rigida dieta di salmone e acciughe si è completamente congelato.
Sarà compito di sua sorella zitella alla disperata ricerca di un cazzo d’amare e qualche figura maschile di contorno, messa lì per par condicio, cercare di mettere un freno alla discesa verso lo zero assoluto che invece il cadavere di Fabrizio Frizzi è riuscito oramai ad abbracciare appieno.
Ma io mi domando e dico: come cazzo è possibile che questo film sia il cartone animato con l’incasso più grande della storia?
Come è possibile che questa insipida storiella puntellata di banalissime canzoni dai testi elementari abbia riscosso un tale successo globale?
Perché va bene andare incontro al pubblico più giovane abbassando il livello narrativo, va bene mantenere un tono comico superficiale per non disturbare i neonati piazzati davanti lo schermo da genitori troppo indaffarati ad arrivare a fine mese strangolati come sono da un sistema economico disegnato attorno al concetto che chi è ricco è sempre più ricco e chi è povero è sempre più povero… ma mannaggia cristo paladino delle renne norvegesi: è mai possibile che ‘sta cacata sia stata premiata con l’Oscar come miglior film d’animazione quando lo stesso anno c’era Si alza il vento che non sarà un capolavoro, certo, ma è infinitamente meglio de ‘sta porcata fredda come il cadavere di Fabrizio Frizzi?
VOTO:
2 Fabrizio
Titolo esteso: Frozen – Il regno di ghiaccio
Regia: Chris Buck e Jennifer Lee
Anno: 2013
Durata: 102 minuti
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