Tre pessimi attori del cinema muto hollywoodiano vengono licenziati in tronco e si ritrovano (in mutande) per strada.
Nello stesso momento in Messico un piccolo villaggio chiamato Santo Poco viene continuamente razziato dalla banda di malviventi facenti capo al temuto El Guapo.
I destini di queste due realtà così diverse si incroceranno quando una giovane del villaggio, vedendo un loro film e credendoli eroi reali, invierà loro un telegramma per invitarli a risolvere il problema dei malviventi di cui sopra, un telegramma che i tre dementi interpreteranno (male) come un invito a fare una delle loro penose performance.
Guai dei qui pro quo a seguire.
Se vi siete chiesti come sia possibile ricavare un buon film da una tale premessa da teatrino ambulante, siete sulla buona strada.
Tralasciando tutte le angoscianti scenette semi-razziste stracolme di stereotipi, la cosa che più salta all’occhio è la quasi totale mancanza di comicità; un’evidentemente fiacca serie di battute e situazioni a volte ridicole a volte noiose non possono e non dovrebbero mai costituire l’ossatura principale di una qualsiasi narrazione.
“Dulcis in fundo”, le cose più divertenti sono anche quelle che forse più passano inosservate ad un pubblico generalista: la loro inspiegabile invisibilità da fermi quando entrano alla base de El Guapo e l’assurdità del cespuglio canterino che farnetica allegramente in sottofondo mentre i tre discutono il da farsi sono due cose che fanno parte di un gusto dell’assurdo che ha pochi estimatori, purtroppo.
VOTO:
2 dulcis in fundo
Titolo originale: ¡Three Amigos!
Regia: John Landis
Anno: 1986
Durata: 104 minuti
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A me é piaciuto
interessantissimo.