Una piccola troupe cinematografica vuole girare un piccolo documentario indipendente sulle gioie e i dolori quotidiani di un piccolo serial killer, Ben.
Ben, dal canto suo, è ben contento di spiegare per filo e per segno tecniche e preferenze: la densità ossea dei nani, i postini con le pensioni e le vecchie coi soldi sotto al materasso sono argomenti sui quali tutti ci siamo interrogati almeno una volta nella vita, ma che non abbiamo mai avuto la fortuna di venire sviscerati da un professionista, ed ecco quindi spiegato il senso del cinico documentario.
Colpo dopo colpo, ammazzamento dopo ammazzamento, situazione paradossale dopo situazione paradossale, Ben infonde il suo spirito ribelle nei membri della troupe facendo pian piano salire loro la scimmia della violenza e tramutandoli da semplici spettatori a complici dei delitti.
Divertentissimo falso documentario con cui difficilmente si riesce a ridere.
Questo perché è la classica (oggi, non all’epoca dell’uscita) commedia nerissima che tenta la strada del grottesco e della repulsione per veicolare un messaggio; sia questo l’impossibilità dell’imparzialità dell’occhio scrutatore, il velato voyeurismo del pubblico generalista, o il più o meno involontario interventismo del testimone nello svolgersi degli eventi.
Recitato in maniera naturalistica, nonostante sia una delle cose più costruite mai viste, e con numerosi momenti di spaesamento politico, tra l’avallare le posizioni avanguardiste del killer Ben e il rigettarne le stupide regressioni infantili, C’est arrivé près de chez vous è un’ottima pellicola che giustamente è diventata un film cult e de paura.
VOTO:
4 Rokko Smitherson
Titolo originale: C’est arrivé près de chez vous
Regia: Rémy Belvaux, André Bonzel, Benoît Poelvoorde
Durata: 1 ora e 35 minuti
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