Un giornalista si trova all’aeroporto perché deve intervistare un famoso scienziato in arrivo da casa di tua madre, e invece si ritrova un’orda di vampiri zombie mutanti bevisangue che zompa fuori dalla fusoliera di un aereo militare e comincia a farsi strada a suon di cazzotti e corse pazze per la pista d’atterraggio.
Dapprima confuso e successivamente eccitato, Dean Miller, il giornalista di cui sopra, tenta in tutte le maniere di trovare un anfratto, un giardino isolato, un pertugio nel muro dove poter finalmente spararsi una sonora pippa col riporto e dare così una calmata ai suoi bollenti spiriti maneschi che vorrebbero mettere a ferro e fuoco mezza Europa.
Sentito odore di sperma e violenza, interviene sulla scena Joe Biden che con balzo felino corre verso la finestra, che per il caldo era stata lasciata socchiusa, e si lancia nel vuoto.
Un filmerda perché è confusionario, è soporifero, è recitato da cani, è finanziato con un chilo bruscolini e chi più ne ha più ne metta.
E di questo dobbiamo ringraziare Umberto Lenzi, prolifico regista che ha sfornato ben 66 pellicole (una all’anno), per averci regalato questo pacchetto di sterco fumante dopo la vincente serie di polizieschi anni ’70 tipo Milano odia: la polizia non può sparare, Roma a mano armata e Napoli violenta e il fruttuoso sodalizio con Thomas Milian col quale inventò il celebre Er Monnezza.
Qui invece Lenzi s’imbarca sul genere horror tentando una sua versione della fortunata carriera di Dario Argento, senza però possederne talento e fronte padana.
E io mi danno l’anima perché il regista ha sempre detto d’essere anarchico… e allora perché hai voluto impormi questa merda di stronzata?
Perché Lenzi? Perché?
VOTO:
1 fronte e mezza
Titolo inglese: Nightmare City
Regia: Umberto Lenzi
Durata: 1 ora e 32 minuti
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