Al porto di Livorno arriva la barca di un omone grande e grosso ma dal cuore tenero come un soffritto di burro e calamari; il suo nome è Bulldozer.
Perché questo nome?
Semplice: perché lui ero uno che di fronte agli ostacoli non si fermava mai.
E di che ostacoli stiamo parlando?
Di una serie di sfortunati giocatori di football americano che hanno avuto la sfiga di trovarsi contro quest’energumeno senza fine sul campo da gioco.
Perché Bulldozer, prima di finire a pescare pesci e conchiglie rare, era un giocatore coi controfiocchi, uno che calciava la palla a un chilometro di distanza, uno che se ti dava una spallata ti sfondava la cassa toracica.
Poi però un giorno ha smesso, così di colpo, perché a lui le partite truccate gli facevano schifo, ed è scomparso dai radar.
Siccome però ora si trova in necessità di un polverizzatore Thompson e gli unici che possono fornirgli questo pezzo di ricambio per la sua barca sono i militari americani della base di Camp Darby a Livorno, Bulldozer tornerà a calcare il campo da gioco per un’ultima volta prima di tornare a vendere telline e triglie ai mercati rionali del Mediterraneo.
Questo è uno dei tanti filmetti con Bud Spencer dove per il 70% del tempo la gente si prende a pizze in faccia in un’interminabile sfilza di situazioni pseudo-comiche che da sole non riescono a reggere sulle spalle una scena che sia una, figuriamoci un intero film.
Visto e rivisto infinite volte su tutte le possibili reti televisive, locali e nazionali, Lo chiamavano Bulldozer lascia chiaramente il tempo che trova e non vale neanche un euro di spesa.
Se però non avete mai visto un film con Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, (un uomo che nella vita, oltre l’attore, ha fatto il nuotatore olimpico, il pallanuotista, il lottatore di lotta greco-romana, il pilota di macchine, di aerei e di elicotteri, il paroliere e il compositore musicale, il pugile e l’imprenditore) e vi trovate tra le mani questa pellicola in forma gratuita, allora potete anche andare… con cautela ed aspettative basse.
PS: Carlo, quasi sempre doppiato, canta qui una canzone con la sua voce reale.
VOTO:
2 buds
Titolo argentino: Lo llaman el demoledor
Regia: Michele Lupo
Anno: 1978
Durata: 110 minuti
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