S.O.S. fantasmi (1988)

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Francis Xavier Cross è il direttore di una stazione televisiva privata che comanda con pugno di ferro, cuore di ghiaccio e umorismo nero.
Avendo cominciato dal basso ed essendo passato attraverso un tragitto lavorativo iperbolico durante il quale ha calpestato tutto e tutti pur di giungere in vetta alla piramide sociale, Frank sta preparando un importante speciale natalizio sull’intramontabile classico di Dickens A Christmas Carol che dovrebbe dargli quella spinta finale per dire addio al mondo terrestre e alle umane convenzioni emotive.

Purtroppo, o per fortuna, la vigilia di Natale vengono a fargli visita i famosi 3 spiriti (del passato, del presente e del futuro) i quali cercheranno di aprirgli gli occhi sulla sua “triste condizione” di ricco e potente privilegiato che non deve preoccuparsi su come pagare un ricovero in ospedale o la bolletta del gas.

S.O.S. fantasmi (1988)
beati gli ultimi perché saranno i primi a morire

Commedia nera natalizia con protagonista un malefico Murray in buona forma il quale riesce a reggere sulle sue spalle molta parte di quest’ennesima rielaborazione del classico Canto di Natale, vero e proprio capostipite della (giusta) gogna pubblica della ricca e menefreghista classe borghese.

Nonostante quindi un percorso narrativo prevedibile e un finale forse fin troppo scontato e (stranamente) affrettato nella telefonata conversione dell’odiato protagonista, il film si lascia vedere molteplici volte con grande simpatia e alcune scene rimarranno sicuramente nell’immaginario di quei giovani che avranno il coraggio di prestare l’occhio a questa pellicola vagamente educativa.

Come quel recensore che da bambino rimase molto impressionato dal cadavere del senzatetto Herman, con l’orologio ancora in mano e il mignolo sovrapposto all’anulare in un’eterna principesca erezione di ghiaccio.

VOTO:
4 calippo

S.O.S. fantasmi (1988) voto

Titolo originale: Scrooged
Regia: Richard Donner
Anno: 1988
Durata: 101 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
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Autore: un Film una Recensione

I was Born, I Live, I will Die

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