Una donna, di cui non sapremo mai il nome, si ritrova in uno chalet di montagna per un weekend di relax quando per sua sfortuna (o immensa fortuna) il resto del mondo vive un qualche tipo di disastro apocalittico che sembra aver eliminato ogni essere vivente…
…ogni essere tranne lei, un cane, una gatta e una mucca.
Questi 4 musicanti di Brema sono salvi perché sembrano essere misteriosamente intrappolati dentro una sorta di muro invisibile che li divide dal resto della vallata e, conseguentemente, dal resto del mondo.
Passati naturali momenti di curiosità, presa di coscienza, panico e fuga, la donna si rassegna all’idea di vivere una vita isolata a contatto con la spietata natura e stringe quindi sempre più un legame viscerale con tutto ciò che silenziosamente la circonda.
Ci sono quei film che sono ricchi di spiegazioni, quei film che lo spettatore se li guarda tranquillo e beato sapendo che alla fine tutto verrà svelato e che i buoni trionferanno sul male.
E poi ci sono i film come Die Wand; un pugno allo stomaco dato al rallentatore (anzi al fermo immagine), una disamina emozionale sull’esistenza umana travestita per 10 minuti da film misterioso; un bellissimo esempio di come si possa fare un’ottima pellicola con una donna, un cane, una gatta, una mucca e le alpi austriache.
Die Wand (il muro) è uno dei più bei film sull’insensatezza della vita umana, la sua insignificanza di fronte all’universo e l’importanza di questa presa di coscienza personale.
La donna protagonista accenna infatti al cambiamento interiore avvenuto in lei: da egocentrico essere umano convinto che il mondo giri intorno a lei, ha preso pian piano coscienza della complementarità d’ogni cosa, dell’importanza dell’erba, degli animali, delle stagioni e della montagna.
Gli umani non sono tanto diversi dai sassi che costellano il grande paesaggio nel quale esistono e questo il film lo spiega bene; con le sue inquadrature mozzafiato e i lunghi silenzi di una donna che guarda l’orizzonte cercando se stessa.
L’opera è tratta dal libro omonimo del 1963, scritto da una donna.
VOTO:
4 Reinhold Messner e mezzo
Titolo originale: Die Wand
Regia: Julian Pölsler
Anno: 2012
Durata: 108 minuti
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