Carol Hammond è una signora perbene dell’aristocrazia londinese; madre di una fanciulla e moglie di un marito ben pettinato conduce una vita sana a base di cognac e sigarette in astucci d’argento.
Sfiga (?) vuole che invece la vicina di casa, tale Julia Durer, sia una promiscua attraente donna single la quale non fa passar nottata senza un po’ di musica, una spruzzatina di diverse droghe e un variegato sesso hippy.
Carol nel frattempo sogna spesso di corpi nudi dai quali cerca di scappare senza riuscirci e finendo invece sempre e solo nella camera da letto della Durer, con la quale scopa, in sogno.
Un bel sabato la lussuriosa vicina viene trovata morta ammazzata sul suo letto da film porno a basso costo e ben presto gli occhi della polizia si fissano su Carol la quale ha sognato il delitto fin nei minimi dettagli e la cui pelliccia e il di lei coltello sono stati trovati sul luogo del delitto.
E’ tutta una macchinazione per incastrare la signora Hammond?
Carol è diventata pazza?
Chi sarà stato?
E soprattutto: chi se la ricorda la foca Piccola Bianca Sibert?
Il secondo film lesbico di Fulci va a segno: ottimo intrigo, buoni attori e strambi ma divertenti effetti speciali di Carlo Rambaldi con la famosa scena dei cani vivisezionati che costò un processo a Fulci: inutile, ma bella.
I numerosi colpi di scena e le molteplici soluzioni al caso non disturbano, ma invece contribuiscono al generale clima di confusione mentale nel quale la protagonista si trova e nel quale il regista vuole mandare il pubblico.
Daje così Fulci!
Titolo originale: Una lucertola con la pelle di donna
Regia: Lucio Fulci
Anno: 1971
Durata: 99 minuti
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