George Caldwell, interpretato dal caro estinto Gene Wilder, è un editore di librettacci sugli hobbies che si trova a fare un lungo viaggio in treno da Los Angeles a Chicago durante il quale fa immediatamente conoscenza (biblica) con una giovane segretaria di nome Hilly Burns la quale sta accompagnando il suo datore di lavoro, il Professor Schreiner, durante il tour di promozione del suo ultimo libro su Rembrandt.
La prima notte, mentre Hilly gli sta praticando una generosa fellatio, George vede fuori del finestrino cadere un corpo dal tetto del treno; nonostante tutte le evidenze vadano in senso opposto, non riesce a rassegnarsi all’idea che un omicidio sia effettivamente avvenuto e cerca quindi di far luce sul mistero.
Prima collaborazione tra Gene Wilder e Richard Pryor, il capostipite della stand up comedy nera irriverente, Silver Streak (ma perché cazzo Wagons-Lits con omicidi?) è una bella commedia anni ’70 con tutte le particolarità del caso, ad esempio un ritmo leggermente lento per gli standard moderni ed alcune interpretazioni un po’ fuori le righe.
Considerando però il chiaro omaggio ai film di Hitchcock e in piccola parte di James Bond (il cattivo coi denti di ferro), le esagerazioni si comprendono nell’ottica della parodia e non rimane scusa per non ridere di alcune piccole eccezionali perle comiche come il paragone tra le azalee e le vagine, e il cazzo col crescione d’acqua.
VOTO:
4 azalee
Titolo originale: Silver Streak
Regia: Arthur Hiller
Anno: 1976
Durata: 114 minuti
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