I favolosi anni ’30:
il nazismo, il fascismo, il colonialismo, la segregazione raziale, l’eurocentrismo, la divisione in classi.
Peccato che l’omicidio di un contrabbandiere d’opere d’arte sull’Orient Express venga a rompere la piacevole calma che si è venuta a creare tra le classi abbienti che popolano questo treno dei desideri; per fortuna c’è l’investigatore autistico Hercule Poirot che troverà il misterioso killer per riportare la pace dei sensi nella classe dominante.

E’ difficile giudicare questo film.
Sicuramente la bravura tecnica c’è: trucco, costumi, luci, recitazione, effetti speciali e chi più ne ha più ne metta fanno il loro doveroso dovere senza batter ciglio e mi riesce oggettivamente difficile trovare manchevolezze in questo o quell’altro dipartimento.
Eppure mi sono rotto le palle.
Ma proprio che non me ne fregava un cazzo di chi era l’assassino e quando i titoli di coda si sono alzati sul nero schermo nel quale la mia faccia disillusa si era specchiata più volte in completo abbandono, ho tirato un bel sospiro di sollievo e la mia vita da proletario è proseguita come nulla fosse.
Il prossimo appuntamento con Poirot è sul Nilo con un altro “entusiasmante caso” da cronaca nera; per me, la prossima tappa è un’altra “entusiasmante recensione” con il prossimo filmerda.
VOTO:
2 Nilo e mezzo
Titolo originale: Murder on the Orient Express
Regia: Kenneth Branagh
Anno: 2017
Durata: 114 minuti
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Infatti, una gran rottura di marroni. Non capisco la necessita’ di rispolverare questa storia; l’unica spiegazione che mi riesco a dare e’ che si sia voluto ottenere successo col minimo sforzo e una sfilza di nomi famosi confezionati in una scatola luccicante e colorata. A me ha fatto venire l’elefantiasi
Forse non tutti sanno che:
l’elefantiasi del pene può retrocederne la cute facendolo scomparire nello scroto.