E rieccoci alle prese con il nostro beneamato Saul Goodman AKA Jimmy McGill il quale, dopo l’introduzione in punta di piedi della scorsa stagione, si ritrova ora ad accelerare la sua vita da avvocatucolo di Albuquerque (una vita rimasta povera e stantia per anni) per intraprendere prima una ricchissima carriera da associato presso un famoso studio legale e poi una da padrone di se stesso aprendosi il suo studio e mettendosi in proprio.
A far da contorno perecchie altre vicende interessanti: dal fratello ipocondriaco alla fiamma dalla voce nasale fino al grande Mike Ehrmantraut il quale, nonostante abbia 729 anni, continua a spaccare il culo a tutti i teppistelli del New Mexico.
Ottima seconda stagione per l’ottimo spin-off di Breaking Bad.
Better call Saul ha finalmente espresso (anche se non ce n’era bisogno) un suo completo universo nel quale personaggi più o meno loschi si muovono agilmente su un simbolico palcoscenico fatto di amori respinti, regole da infrangere e sentimenti da fagocitare.
Con queste nuove dieci puntate possiamo finalmente dire che lo show vive di luce propria nonostante mantenga e amplifichi all’ennesima potenza certi stilemi e certe scelte artistiche di Breaking Bad, tutte volte a far risuonare la torrida ambientazione filo-messicana.
Colori sgargianti, luci sovraesposte, forti contrasti e un filo di grana che non guasta mai sono gli elementi tecnici che confermano la potenza di un serial televisivo che se magna tutte le stronzate del bel paese osannate dalla critica italiana.
VOTO:
4 bel paese e mezzo
Titolo originale: Better Call Saul
Stagione: seconda
Creatori: Vince Gilligan, Peter Gould
Anno: 2016
Durata: 10 episodi da 45 minuti
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