Un eccentrico e sbruffone fotografo inglese della “swinging london” cattura per caso su pellicola un omicidio in un parco senza neppure accorgersene.
Facendosi strada tra aspiranti modelle pubescenti alla ricerca di notorietà e i più strani personaggi partoriti dal dopo guerra ad oggi, il nostro anti-eroe cercherà di venire a capo del pericoloso mistero in cui si è ficcato.

Folgorante prima esperienza inglese per Antonioni, Blow-Up viene ricordato anche e soprattutto perché è un film sperimentale che funziona (e non è cosa trascurabile): apparentemente una pellicola su un misterioso omicidio nella Londra peccaminosa della fine anni ’60, questo è in realtà un percorso simbolico nella natura stessa del mezzo narrativo usato.
Siamo quindi dalle parti di Marshall McLuhan: il messaggio è il film stesso e cioè un’opera enigmatica impossibile da decifrare, nonostante la si possa scomporre in scene e inquadrature, perché è un irrisolvibile puzzle a cui mancano alcuni pezzi.
Anche se l’attore che interpretava il morto ha scritto una famosa lettera in cui affermava che la natura enigmatica del film fosse dovuta alla sua materiale incompiutezza per colpa delle mani bucate di Antonioni che si divertiva a dipingere le strade di una tonalità di grigio più scura mentre il produttore Carlo Ponti non era presente sul set e che quindi, se i soldi fossero stati spesi in maniera oculata, avremmo avuto un più classico intrigo giallo, ciò non toglie che Michelangelo, con il girato non finito, è riuscito a cavare dalla sala di montaggio una roba talmente potente che uno si rallegra al pensiero di un gruppetto di italiani a Londra negli anni ’60 che dipingono l’asfalto di grigio scuro.
VOTO:
5 ciarlatani con le mani bucate
Titolo originale: Blow-Up
Regia: Michelangelo Antonioni
Anno: 2014
Durata: 111 minuti
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