Enrico Giusti è uno sciacallo.
Ci sono le aziende italiane in difficoltà, un po’ per la recessione e un po’ per malagestione, e lui arriva, intorta per bene il presidente e lo convince a vendere agli stranieri.
Perché come dice lo stesso Enrico, i nord europei sanno far funzionare le cose, non è come da noi che tutto va a rotoli per colpa della classe dirigente che è la peggiore del mondo.
Non c’entra nulla la malapolitica o l’indole tutta italiota al fottere il prossimo o quella piccola cosa chiamata la globalizzazione e cioè che produrre una scarpa in trentino costi 47 volte quello che costa produrla in Cina dove gli operai non hanno tutele sindacali e muoiono alla catena di montaggio ma tanto aspetta che tra un po’ ci arriviamo pure noi.
No, secondo Enrico è colpa di questi giovani imprenditori che pensano solo a divertirsi, a sperperare i soldi di famiglia in droga/fregna e a scappare all’estero tipo in Costarica… perché si sa che chi emigra è un traditore della patria.

Sarò all’antica, sarò quello che te pare, ma a me girano i coglioni quando vedo le banalità in salsa sessantottini convertiti a metano.
Ma è mai possibile che quando si parla di problemi seri tipo la delocalizzazione dell’industria italiana o i licenziamenti in massa o la recessione o la classe dirigente, ma è mai possibile che si finisce con Mastandrea che canta “torta di noi” in discoteca… no, pardon: locale fichetto alternativo dove passano Come Vera Nabokov de ICani che guarda caso lui (cioè Niccolò Contessa) ha composto anche la colonna sonora che poi non è manco male se non fosse che non si ferma un fottuto secondo e alla fine non sai più se stai guardando una commedia dolciamara sull’Italia contemporanea oppure un programma di Mtv?
No perché scene tipo la skateboardata nel tunnel che boh io dico “ma siamo matti che adesso mi appare James Franco coi denti d’oro e la pistola bum bum” sono francamente imperdonabili.
Ma proprio imperdonabili che uno dovrebbe prendere Mastandrea, prendere Zanasi, prendere il giovine attore cane da bastonate sul groppone, prendere la ragazzina monocorde che probabilmente è stata scelta perché era l’unica attrice trentina disponibile e poi li getti tutti in un pentolone da 500 litri in piazza centrale e tutti intorno noi che danziamo e aizziamo il fuoco e loro che bollono vivi e si spellano pian piano tra atroci sofferenze e così facendo ci tolgono ‘sti presunti peccati tipo che ci piacerebbe andare ad aprire un baretto in spiaggia in Costarica pur di sfuggire alla banalità dilagante in salsa cattolico-punitiva-penitente dell’Italia contemporanea.
PS: bellissima la battuta sui fondi europei (e nulla più).
VOTO:
2 James Franco coi denti d’oro e la pistola bum bum
Titolo originale: La felicità è un sistema complesso
Regia: Gianni Zanasi
Anno: 2015
Durata: 117 minuti
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