L’amore bugiardo – Gone Girl (2014)

David Fincher è un regista americano famoso per i suoi film di stupefacente bellezza ed interessantissima innovazione.

Gone Girl (perché mi rifiuto di chiamarlo L’amore bugiardo) fa parte di questa ristretta cerchia di pellicole tanto sofisticate quanto accessibili da un grande pubblico; qui siamo di fronte ad un meccanismo perfetto che si apre di fronte agli occhi di un pubblico che ha avuto l’intelligenza di premiare un’opera di così alta caratura, un adattamento da libro che ha cercato di rispettare il più possibile la volontà dell’autore (ingaggiando la scrittrice stessa per scrivere la sceneggiatura), una favola nera dei nostri giorni con tutti i colpi di scena e gli sbalzi emotivi che solo una grande storia è capace di suscitare.

L'amore bugiardo - Gone Girl (2014)

Ora, siccome ci sono alcuni colpi di scena e chi non l’ha visto merita di godersi il film, cercherò di evitare a tutti i costi ogni possibile riferimento ad essi mentre spiego perché dovete subito correre a vedere questo film.

Gone Girl è un ottovolante emotivo ipnotizzante: due ore e mezza di mistero e risentimento che volano via in un batter d’occhio e ti ritrovi a pensare quanto la storia potesse finire da un momento all’altro e quanto non finire mai.
Non avendo letto il libro omonimo da cui è tratto, non posso giudicare quanto questo sia merito della storia originale e quanto del regista, ma una cosa la si percepisce subito: qui siamo su altissimi livelli; qui siamo di fronte ad uno dei thriller più belli mai girati, non per la sua particolare originalità (che non c’è poi tanto), quanto per la certosina capacità di David Fincher di saper mischiare molti elementi forse stridenti e tirarne comunque fuori un’opera coesa, strutturata eppure terribilmente destabilizzante.

Messo da parte quindi l’assunto che è un’opera straordinaria, passiamo alle ridicole polemiche intorno al maschilismo di Gone Girl: il film va preso per quello che è, e cioè una storia su una donna scomparsa e sul suo misterioso marito, punto. Chi vuole per forza vedere dei messaggi dietro le dinamiche dei due protagonisti, dovrebbe allora per correttezza prendere in esame altri 3 personaggi co-primari nella storia (2 femminili e uno maschile) che non rispecchiano assolutamente le stereotipate caratteristiche della duo di sposini infelici protagonisti di questa macabra favola post-moderna, ma anzi spesso ne ribaltano il giudizio che abbiamo su di loro portando alla luce nuovi elementi che noi e il pubblico fittizio nella storia avevamo dimenticato di considerare.

Le musiche di Trent Reznor (dei Nine inch nails) poi sono uno stranissimo ed efficacissimo connubio di musica d’ambiente rilassante e stridore cacofonico; una scelta stilistica volutamente richiesta dal regista proprio per comunicare quel senso di calma piatta sotto cui serpeggiano mostri sconosciuti verso cui siamo mortalmente attratti.
Un must.

Gli attori infine sono in prima linea nel veicolare una sceneggiatura sottile ma mai superficiale e Ben Affleck tira finalmente fuori il talento che ha dentro per dare vita ad un personaggio così avulso da noi (e dal suo stesso ambiente) eppure così stranamente familiare.

Fincher non crede nell’umanità, la considera sporca e perversa, un concetto ribadito spesso nelle sue pellicole; questo però non impedisce lui di bilanciare il giudizio negativo con una giusta dose di rispecchiabilità tra pubblico e personaggi, i quali non sono mai alieni da odiare od amare per la loro unicità, ma più strani spettri da desiderare vicino per poi zittirli violentemente ed impedire così loro di ribadire al mondo intero quanto siamo tutti uguali dietro il velo di perbenismo sotto cui ci piace dormire i nostri abominevoli sogni tranquilli.

VOTO:
5 Oscar Wilde

L'amore bugiardo - Gone Girl (2014) voto

Titolo originale: Gone Girl
Regia: David FIncher
Anno: 2014
Durata: 149 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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