Le ali della libertà (1994)

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Nel 1947 Andy Dufresne, gentile dirigente di banca dal discreto successo finanziario e sociale, viene condannato a due ergastoli per l’assassinio di sua moglie fedifraga e del di lei amante.
All’interno della prigione di Shawshank, quest’americano dall’animo mite ma dalla tempra solida come una roccia deve adattarsi presto ai ritmi e alle regole non scritte di un microcosmo pullulante di umanità disperata e feroce disperazione.

Ellis Red Redding, afro-americano anche lui condannato all’ergastolo per omicidio e riciclatosi dentro il carcere come “procuratore di roba”, prende in simpatia Andy e ne diviene il migliore amico nonostante quest’ultimo mantenga negli anni un invisibile velo protettivo da molti considerato snobbismo e in realtà solo un importante barlume di speranza senza il quale la vita perderebbe ogni significato.
Perché secondo Andy, e l’Esistenzialismo a cui sembra rifarsi, l’uomo nasce libero e senza un destino prefissato.
E sarà questo suo atteggiamento umanista solo superficialmente altezzoso che gli permetterà di andare avanti per 19 anni, tra uno stupro nelle docce e una birra fredda conquistata con i denti, mentre altri si rassegneranno a quella vita non vissuta tra 4 alte pareti di fredda roccia sotto cui rimarranno schiacciati.
Persone come il vecchio libraio Brooks Hatlen, protagonista di una delle migliori e più commoventi micro storie del cinema mondiale.

Le ali della libertà (1994)
Brooks was here

Memorabile film dal grande cuore, The Shawshank Redemption è tratto dalla novella di Stephen King Rita Hayworth and Shawshank Redemption i cui diritti sono stati concessi a Darabont per la ridicola cifra di 1 dollaro secondo il famoso accordo Dollar Deals o Dollar Babies che King ha messo su negli anni ’70 per aiutare giovani registi i quali volessero mettere su pellicola i suoi racconti brevi.
Questo è sicuramente il migliore del mucchio, e a ben vedere: storia commovente ma non strappa lacrime, interpretazioni contenute ma allo stesso tempo potenti e imponenti, e un messaggio di speranza e auto-determinazione come pochi se ne vedono.

Sì, perché “essere liberi” non vuol dire fare quello che cazzo ci pare, ma bensì essere liberi di essere quello che pensi.
Una scena in particolare spiega questa semplice filosofia attuata dal protagonista: dopo che Andy viene chiuso in isolamento per una settimana per aver suonato con gli altoparlanti Sull’aria…che soave zeffiretto di Mozart ed aver fatto volare alto le anime dei detenuti (foss’anche solo per 5 minuti) il nostro eroe spiega ai suoi amici come Mozart gli abbia comunque fatto compagnia, nella testa e nel cuore, perché (come diceva Jovanotti) niente e nessuno al mondo potrà fermarti dal ragionare.

Nonostante il film soffra leggermente dell’incredibile estensione temporale degli eventi narrati (19 anni) e quindi a mio modesto parere questa fantastica locomotiva dei sentimenti perda progressivamente vapore mano a mano che i capelli dei protagonisti prendono d’argento, The Shawshank Redemption resta comunque un film splendido e un assoluto must per ogni essere umano.

VOTO:
5 Mozart

Le ali della libertà (1994) voto

Titolo originale: The Shawshank Redemption
Regia: Frank Darabont
Anno: 1994
Durata: 142 minuti
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I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
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Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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