E’ la fine del 19° secolo e c’è ancora l’Impero Austro-Ungarico, una monarchia tradizionalista incastonata in mezzo alla vecchia Europa.
Un giovane proletario, Eduard Abramovitz (ebreo?), comincia a fare piccoli trucchi di magia con i quali stupisce i compaesani; tra di essi c’è la nobile duchessa Sophie Von Teschen, la quale si invaghisce di lui e assieme tentano invano una fuga d’amore.
Passati quindici anni, Eduard torna in grande stile a Vienna: è diventato un grande mago e si fa chiamare Eisenheim; in un teatro del centro, compie trucchi miracolosi e la voce si sparge presto.
Fortuna vuole che in città viva la duchessa Sophie, ora promessa sposa del principe ereditario Leopold; i due amici di vecchia data si riconoscono e la passione torna più forte di prima.
Riusciranno i nostri eroi a coronare il sogno d’amore e a sbeffeggiare la monarchia asburgica?
The Illusionist è un buon film.
Il suo stile classico, una storia un po’ telefonata ed interpretazioni contenute entro stilemi tradizionali, non devono scoraggiare lo spettatore più esigente. Molti sono infatti i punti a favore: le musiche sono di Philip Glass, la Vienna ricreata a Praga svolge bene la sua funzione e sicuramente non fa mancare un budget più generoso e Paul Giamatti fa il suo sporco ottimo lavoro, come sempre.
Uscito lo stesso anno di The Prestige di quel fascista di Nolan, questo film è stato presto dimenticato ed invece vale bene una visione per la naturalezza con cui ci racconta una semplice storia d’amore.
La cosa che lascia un po’ l’amaro in bocca invece è la cattiva caratterizzazione del principe Leopold che è basato su un personaggio realmente esistito: Rudolf d’Asburgo, erede al trono dell’Impero Austro Ungarico alla morte del padre Francesco Giuseppe.
Purtroppo per Giuseppe, il figlio Rudolf era un liberale e, nonostante fosse stato cresciuto a legnate e secchiate in faccia, si avvicinò in età adulta perfino agli ambienti socialisti.
La sua libertà sessuale poi gli regalò una gonorrea che rese sterile prima lui e poi la moglie Stefania, fervente cattolica e donnina di intelligenza limitata.
Questa sua vita travagliata fu coronata anche da una depressione cronica (ovviamente dovuta dall’essere circondato da emerite teste di cazzo) e il 30 gennaio 1889 Rudolf si sparò un colpo in testa dopo aver ucciso la sua recente amante minorenne Marie Vetsera.
Se fosse vissuto, avrebbe ereditato il trono d’Austria, togliendolo quindi a quel Francesco Ferdinando che si fece schioppare a Sarajevo dall’anarchico Gravilo Princip per le politiche repressive del suo casato; un evento questo che scatenò la prima guerra mondiale la quale portò poi alla nascita dei totalitarismi in Europa… e alla venuta quindi, qualche tempo dopo, della Democrazia Cristiana in Italia.
Insomma, una figura quella di Rudolf d’Asburgo sicuramente positiva per la sua estrazione sociale, e chissà… forse, se il giovane depresso non si fosse fatto saltare il cervello e avesse quindi preso in mano il potere, noi poi non avremmo avuto quel gran figlio di puttana di Andreotti.
Titolo originale: The Illusionist
Regia: Neil Burger
Anno: 2006
Durata: 110 minuti
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