Checco Zalone adora il posto fisso e le comodità di una vita cinematografica stereotipata ad uso e consumo della maggioranza silenziosa italiana che per 20 anni ha tenuto al potere Silvio Berlusconi.
Spostato di qua e di là in seguito all’abolizione delle province, Checco troverà l’amore (assolutamente impossibile) con un’intelligente e bella ragazza di aperte vedute con 3 figli a carico di diversa etnia.
Tra una terribile assoluzione in salsa comica delle mostruosità italiche che hanno condotto il Paese alla fame e una scenetta razzista e becera degna del ventennio fascista e di Faccetta nera, Zalone si rivela essere uno dei fenomeni più preoccupanti della contemporaneità del Bel Paese.

Madonna ladra.
Madonna ladra di cuori.
Madonna.
E questo sarebbe il più grande incasso della storia del cinema italiano?
Io sono fortemente preoccupato, e non scherzo.
Quest’ennesima banale commediola girata come fosse uno sceneggiato televisivo (tant’è che è prodotta dalla Taodue, una casa di produzione di proprietà di Berlusconi che ha dato gli infelici natali a cacate fascistoide tipo Distretto di polizia o R.I.S.) prosegue nel malefico solco dei Vanzina e delle loro schifezze cinematografiche assolutorie dell’italiano medio, un essere spregevole nel suo meschino individualismo provinciale.
Qui infatti si ride per non piangere, una storia vecchia come il cucco nelle terre dello stivale; la corruzione, il sessismo, l’ignoranza, il conservatorismo, il qualunquismo, il campanilismo e il perineo sono gli argomenti principe con cui sbellicarsi senza una vera e propria presa di coscienza.
Zalone a casa coi genitori, Zalone corrotto, Zalone che suona il clacson, Zalone che mangia solo italiano, Zalone li mortacci tua.
I drammi reali di una nazione alla deriva com’è l’Italia vengono rigirati come un calzino sporco e reinfilati come nulla fosse nello stesso meccanismo che li ha creati fungendo da lubrificante per la macchina immonda che sta fagocitando intere generazioni di sfortunati esseri umani colpevoli solo d’essere nati in un paese dove Checco Zalone incassa più di Star Wars.
Non che io sia un fanatico assoluto della saga stellare…ma porca madonna, siamo seri.
E’ vedendo film come questo Quo Vado? che uno si rende conto di quanto il crollo definitivo sia imminente; questi sono gli ultimi guizzi di un paese senza più prospettive per il futuro dove i cittadini e i potenti si stringono le mani mentre si gettano nudi giù per il dirupo sacrificale sperando vanamente nella salvezza divina.
Ma dio non esiste, e se esiste è sicuramente un cane.
VOTO:
1 dio cane
Titolo originale: Quo Vado?
Regia: Gennaro Nunziante
Anno: 2016
Durata: 86 minuti
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la tua recensione e’ brillante e sapida, pero’ non mi sono piaciute le due bestemnmie che ci hai infilato (e che non servivano)
non tentare di sminuirmi: le bestemmie erano 5