Viago, Vladislav, Deacon e Petyr sono 4 vampiri che dividono una villa nella periferia di Wellington, Nuova Zelanda.
Venuti tutti dalla vecchia Europa, questi esseri immortali cercano di vivere le loro vite sanguinarie senza dare troppo nell’occhio.
Purtroppo un novello vampiro, Nick, porterà scompiglio e morte nello loro immortali vite.
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Il “fenomeno vampiri” può essere ricondotto a leggende est europee del 15° e 16° secolo passate poi di bocca in bocca nel resto del vecchio continente; un po’ come nel gioco del telefono il messaggio viene distorto ad ogni passaggio, anche queste leggende sono state via via cambiate e adattate dalle culture riceventi.
E’ così ad esempio che è nata tutta la parte riguardante i crocifissi: queste storie di non morti, essendo fondamentalmente pagane, non includevano affatto croci, preti, chiese e cimiteri; quando poi però il cristianesimo si è propagato alle masse ignoranti dell’est, molte delle quali erano pagane o musulmane o chissaccosa, la nuova religione ha imposto loro tutto il suo carico di simbolismi e leggende.
Questo fenomeno di stratificazione lo si capisce anche dai mille modi con cui è possibile fottere un vampiro; in ordine sparso: croci, aglio, luce solare, acqua santa, chiese, suolo consacrato, decapitazione con posizionamento della testa tra i piedi o tra le gambe o sul culo o in un altro luogo, impalamento, mattoni in bocca, aghi nel cuore, pezzi di ferro sugli occhi e tra le dita, argento, falci e falcetti nella bara, acqua corrente, acqua bollente, fuoco, esorcismi, affogamento, pallottole, messe funebri…
Insomma, è più facile uccidere un vampiro che un essere umano.
La verità è che fino a 150/200 anni fa, l’ignoranza regnava ancora sovrana tra la gente; pochissimi sapevano leggere e scrivere, figuriamoci quanti potevano saperne di medicina. Succedeva allora che fenomeni assolutamente normali come il decadimento corporeo dei cadaveri con la conseguente maggiore esposizione di denti e unghie, il rigonfiamento di petto e faccia per via dei gas della decomposizione, e anche alcuni erronei seppellimenti di viventi, dessero poi origine a stupide storie popolari, spiegazioni buone per fenomeni incomprensibili con i pochi strumenti scientifico-intellettuali dei contadini e popolani dell’epoca.
Fortunatamente oggi il sapere umano è molto più diffuso e accessibile rispetto alla Macedonia del 1600 e quindi possiamo ridere delle stupide superstizioni di quei poveri imbecilli.
Discorso diverso è per tutti quelli che ancora oggi (con le enciclopedie, con i documentari, i film, internet e le scuole pubbliche) ancora credono a vampiri, lupi mannari, babbi natale e uomini invisibili nel cielo che ci giudicano se scopiamo prima del matrimonio.
Per tutti questi idioti moderni non c’è giustificazione che tenga: costoro meritano di essere impalati, bruciati, sparati, annegati, decapitati, crocifissi, smembrati e seppelliti a testa in giù.
Così forse la loro bigotta ignoranza morirà con loro, finalmente.
PS: il film è un mockumentary (cioè un finto documentario) molto divertente e interpretato da bravissimi attori comici neozelandesi. I due registi, Clement e Waititi, recitano nei ruoli di Vladislav e Viago.
Un film da non perdere, ma che molto probabilmente non uscirà mai nelle sale cinematografiche italiane.
VOTO:
4 Nosferatu
Titolo originale: What We Do In The Shadows
Regia: Jemain Clement, Taika Waititi
Anno: 2014
Durata: 86 minuti
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