Nella città di Zootopia che non si sa bene il motivo è stata tradotta con Zootropolis perché a quanto pare secondo i distributori nostrani è più famoso il film di Fritz Lang del 1927 che il libro di Tommaso Moro, vive una moltitudine di animali antropomorfi i quali sembrano aver raggiunto un livello evolutivo pari al nostro; la cosa interessante però è che, nonostante la coesistenza di diverse razze e soprattutto di diverse diete, la pace regna (più o meno) sovrana.
Judy Hopps, ambiziosa prima coniglia poliziotto della megalopoli, vessata da tutto e tutti per la sua modesta fisicità ed un pregiudizio duro a morire secondo cui le dimensioni contano quando si deve ripristinare l’ordine, vuole risolvere il mistero dei 14 cittadini scomparsi, coincidentalmente tutti animali predatori.
Grazie alla sua perseveranza idiota e all’aiuto di una volpe che si dà da fare con traffici più o meno illegali tra le pieghe della legge, Judy scoprirà una mega cospirazione atta a smuovere lo status quo in favore di una particolare classe di cittadini.
Divertente commedia Disney dai risvolti spaventevoli, Zootopia parla della discriminazione razziale e dell’uso di stupefacenti con il solito piglio semplice ed efficace dei cartoni animati.
Razzismo? Stupefacenti?
Sì perché, come si evince chiaramente dal susseguirsi degli eventi narrati, questo mondo antropomorfo è solo apparentemente pacifico e onnicomprensivo; in realtà gli animali predatori, per via del loro passato un po’ selvaggio, sono considerati cittadini di second’ordine ai quali è perfino permesso negare l’ingresso nei ristoranti (vi ricorda qualcosa?).
Questo 10% della popolazione (i neri americani sono circa il 12%) è a volte visto con diffidenza e il fatto che i 14 predatori di cui sopra vengano in seguito ritrovati tramutati in pericolose bestie feroci e assassine fa scoppiare velocemente la bolla perbenista entro la quale Zootopia aveva prosperato fino a quel momento.
Ma attenzione: il parallelo predatori-neri americani non finisce qui: si scopre presto infatti che questi feroci animali impazziti siano stati in realtà drogati con un estratto di una pianta chiamata Nighthowler seguendo un diabolico piano di una parte deviata del governo cittadino così da montare un caso contro una minoranza di cittadini e compattare meglio la società cosiddetta civile.
E che c’entra?
Beh, si dà il caso che negli anni ’80 il governo americano, attraverso la CIA, abbia addestrato e finanziato con fiumi di denaro una serie di gruppi ribelli di destra nicaraguensi i quali si opponevano al governo sandinista democraticamente eletto che precedentemente aveva cacciato a calci in culo le compagnie private americane dal loro territorio le quali volevano costruire un canale artificiale per unire i due oceani sul modello del canale di Panama (sempre fatto e gestito dagli americani) e trarne poi grande profitto.
Siccome i Contras, questo il nome in codice dei ribelli di destra di cui sopra, si autofinanziavano anche con la vendita all’ingrosso di cocaina, successe che il governo americano, cercando di tenersi buoni i camerati ribelli, chiuse un occhio sull’esportazione del prodotto su suolo americano (qualcuno dice pure che abbia attivamente aiutato).
E chi è che è stato più duramente colpito dall’afflusso enorme di cocaina e dei suoi derivati tipo il crack?
Ovviamente le classi più povere e marginalizzate dei grandi centri urbani.
E da chi era (ed è) composta la classe più povera e più vessata d’America?
Ma dai neri ovviamente!
Ecco quindi che intere comunità afro-americane sono state spazzate via dall’arrivo di droghe spacca cervello che hanno distrutto molto del lavoro di auto-determinazione e rivincita culturale iniziato da neri come Martin Luther King il quale fu assassinato nel 1968, secondo molti, grazie ad complotto dei servizi segreti americani.
Insomma, un film per famiglie.
VOTO:
4 Martin
Titolo originale: Zootopia
Regia: Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush
Anno: 2016
Durata: 108 minuti
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