Nella multiculturale San Francisco degli anni ’80, lo scemo camionista Jack Burton e l’agile ristoratore Wang Chi si trovano a combattere bavosi demoni cinesi, teppistelli coi coltelli a serramanico e gli occhiali da cacciatori di foche, fantasmi miliardari mutaforme, bande della morte urlatrici, uomini fulmine volanti, mostri preistorici del sottosuolo, inferni degli scorticati a testa in giù e bulimici d’aria velatamente omosessuali con l’aiuto del piccolo mago Egg Shen e le sue fumanti fiaschette di metanfetamina.
Straordinario matrimonio cinematografico tra il Wuxia (termine cinese per indicare i libri e i film sulle arti marziali ambientati nell’antica Cina) e il classico film d’azione americano con l’eroe spavaldo e involontariamente razzista, Big Trouble in Litte China (titolo 10 volte meglio, visto il gioco di parole) fu ricevuto talmente male da critica e pubblico alla sua uscita che Carpenter decise di uscire dallo studio system per diventare un cineasta indipendente.
Oggi questa vera e propria perla della lotta al conformismo reaganiano, col suo idiota anti-eroe completamente ignaro d’essere la spalla comica dei veri protagonisti asiatici (roba da applausi in questi tempi di egemonia occidentale e whitewashing), è diventata un cult tale da meritarsi proiezioni in pellicola 70mm tipo quella a cui io ho avuto la felice possibilità di partecipare al Charles Prince Theatre di Londra, ironicamente situato a Chinatown.
Esperienza in 70mm:

Ero giunto con grossa trepidazione e parecchie aspettative alla proiezione su grande schermo di questo capolavoro anni ’80 e devo dire che il giudizio è contrastante.
Il formato con risoluzione quadrupla rispetto al classico 35mm dovrebbe garantire una profondità di dettaglio inimmaginabile per quelli che hanno sempre visto il film su schermi televisivi di merda, eppure tutta questa meraviglia non c’è stata.
Non so se è perché il film è stato semplicemente ingrandito da 35 a 70 oppure perché la specifica pellicola era un po’ vecchia ed era quindi passata centinaia e centinaia di volte nel proiettore con conseguente perdità di qualità; fatto sta che i colori erano leggermente sbiaditi (ma forse è stato proprio girato e stampato così), graffi e usure erano ben visibili, il sonoro a 6 tracce non mi è sembrato così avvolgente (con una concentrazione sui canali frontali e una tendenza spiccata verso gli acuti) e il volume è andato a salire mano a mano che il film procedeva verso l’epilogo finale (difetto della pellicola o il proiezionista era lì che ogni tanto alzava di una tacca?).
Ad ogni modo ne è valsa comunque la pena: per limiti d’età non avevo potuto godere di questo capolavoro (vecchio di 30 anni) al cinema e, come se non bastasse, la cosa divertente è stata vederlo assieme ad un nutrito gruppo di affezionati come me i quali hanno riso e applaudito alle esilaranti peripezie dei nostri eroi alle prese con il male capitalista.
VOTO:
4 mali e mezzo
Titolo originale: Big Trouble in Little China
Regia: John Carpenter
Anno: 1986
Durata: 99 minuti
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