In un costoso ristorante londinese di inizio secolo scorso, per allietare la facoltosa clientela di cervellini micragnosi, vengono organizzati spettacolini d’intrattenimento di dubbio gusto artistico.
Quando Mabel, mediocre danzatrice e numero principale della serata, comincia ad annoiare la clientela, il proprietario del ristorante, Valentine Wilmot, ha la pensata di mettere in scena una delle sguattere lavapiatti del ristorante, Shosho la cinese, che con le sue movenze altamente erotiche ed un costume uscito dritto dritto da una produzione televisiva boliviana del 1981 farà girare sia la capa dei maschi di mezza Londra che i coglioni del suo ragazzo cinese il quale accumulerà tanta di quella bile e gelosia da sommergere il re, la regina e i merdosi cagnetti reali.

Semi-dimenticato per quasi 60 anni e solo recentemente restaurato dal British Film Institute con le corrette tinte blu e seppia, Piccadilly è uno di quei film in bilico tra due mondi: straordinariamente sofisticato per alcuni aspetti tecnici e molto interessante sociologicamente per i risvolti che una storia di amore e sesso interraziale poteva provocare nel ’29, questo film è purtroppo appesantito da una banale dinamica amoroso-comportamentale dei personaggi principali; a tal proposito basti pensare alla confessione in punto di morte del ragazzo cinese, totalmente innaturale e in completa antitesi con la vena realista del personaggio di Anna May Wong, Shosho.
E a proposito di Shosho, due parole vale spenderle sulla signorina Wong: americana figlia di immigrati cinesi che ha creduto fin da piccola nel sogno americano di sfondare nel mondo del cinema nonostante le molteplici problematiche che i suoi occhi a mandorla devono averle procurato, Anna sostenne a lungo una migliore rappresentazione della comunità cinese sul grande schermo e fu politicamente impegnata contro l’invasione giapponese della Manciuria durante la seconda guerra mondiale.
Anna May, oltre ad avere un bel paio di gambe e un bacino da adolescente, sembra quindi fosse munita anche di un cervello funzionante…
…che probabilmente le ha procurato più problemi dei suoi occhi a mandorla.
Titolo danese: Piccadilly Club
Regia: Ewald André Dupont
Anno: 1929
Durata: 92 minuti
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