La storia la sapete tutti:
un timidone impiegato di banca si ritrova tra le mani una maschera lignea in grado di trasformare chi la indossi in un vulcano di cazzate.
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Film vetrina per il poliedrico Jim Carrey e le sue mille facce, The Mask visto oggi fa un po’ triste tenerezza: con quelle sue inquadrature a mostrare l’effetto speciale esagerato che nei primi anni novanta sembrava non si potesse fare a meno di questi effettacci buttati lì alla cazzo di cane e oggi invece mettono molta malinconia dentro, tipo quando vedi uno che conoscevi tempo fa e che ora sta paralizzato su una sedia a rotelle.
La differenza tra questo e un film come Jurassic Park, ad esempio, è che quest’ultimo usava la grafica computerizzata per raccontare una storia, The Mask invece fa il contrario.
Oggi quindi le boccacce e gli occhietti e le vocine e le manone e i mitra e le pistole e i martelloni e le sveglie e i vortici e chi più ne ha più ne metta fanno da punteggiatura scassacazzi ad una storiella d’amore molto scialba e molto classica; così classica infatti che riguardandolo mi sono accorto di quanto sia stato girato alla vecchia maniera, con le luci notturne blu blu e gli interni arancioni arancioni che tutto sommato mi hanno fatto sorridere e non me l’hanno fatto odiare immensamente come forse si sarebbe meritato.
PS: sottotitolo italiano di merda. Come al solito.
VOTO:
3 occhietti
Titolo originale: The Mask
Regia: Chuck Russell
Anno: 1994
Durata: 101 minuti
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