Una signora d’origini cinesi gestisce una lavanderia scassata assieme al suo pavido marito col marsupio bene in vista ignorando completamente l’imminente disastro che le sta per capitare a causa di una sua versione scienziato in un universo parallelo dove è riuscita a mettere in contatto universi diversi, con effetti disastrosi.
Mentre tenta di salvare la lavanderia dall’ufficio delle tasse, la signora dovrà anche salvare la famiglia, il mondo e tutto quanto il possibile e l’impossibile dal potente e misterioso Jobu Tupaki.
Straordinario film che gestisce in maniera più adulta e anche più divertente la questione del multiverso rispetto a quello che la parola multiverso ce l’ha nel titolo: Doctor Strange nel multiverso della follia.
Caleidoscopico e cangiante come pochi, triviale e scatenato come molti, Everything Everywhere All at Once è un film di cristo che riesce a trascinarti per i capelli lungo le sue 2 ore e rotte sparpagliate come coriandoli sulla tela più stropicciata che ci possa essere senza farti sentire stanco o disinteressato nei confronti di una storia che non è originalissima (anche se concepita prima di Rick e Morty), ma è comunque gestita in maniera molto personale dai due Daniel registi.
Consigliatissimo, anche se non è un capolavoro.
VOTO:
4 cristo
Titolo di lavorazione: A Woman tries to do her Taxes
Regia: Daniel Kwan, Daniel Scheinert
Durata: 2 ore e 19 minuti
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Io direi notevole decisamente notevole. Penso esca in sala (uscire in sala, una contraddizione?) ad ottobre e lo rivedrei molto volentieri. Anche se vederlo doppiato…
Già me la immagino la cinese doppiata da Simona Izzo.